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A Parigi in questi giorni l’alta moda è di moda. Le porte, o meglio i salotti buoni e le passerelle sono state aperte alle migliaia di personaggi famosi e non, che hanno l’opportunità di partecipare dal vivo alle anteprime delle collezioni più prestigiose dei capisaldi della moda (Chanel, Valentino, Louis Vuitton e via discorrendo). Brand protagonista, che ha messo tutti d’accordo sull’autenticità oltre che sull’originalità della prossima collezione primavera-estate, è Schiaparelli. Fondata da Elsa Schiaparelli nel 1927, la maison si è sempre ispirata al surrealismo, grazie alla collaborazione della fondatrice con Salvador Dalì e altri artisti che hanno influenzato le creazioni dell’inventrice del “rosa shocking”. Ma perché la maison che fra qualche anno festeggerà i primi cento anni di vita è diventata così conosciuta fra i giovani? Ebbene sì, anche nel campo dell’alta moda, i social si sono rivelati di grande importanza. Per quanto riguarda Schiaparelli, il successo in questo campo va a Chiara Ferragni, che da tempo ha l’opportunità di indossare le opere d’arte della maison durante eventi importanti che la vedono protagonista. “La dea col corpetto d’oro”, l’hanno definita i più grandi magazine di moda quando ha deciso di indossare una creazione fatta apposta per lei per ritirare il premio GQ Woman Of The Year (donna dell’anno). Una provocazione grande e grossa la sua, che ha fatto infuriare i perbenisti del web (le foto sono allegate). Durante l’appena terminata fashion week ha sfoggiato look altrettanto provocatori, alternando capi che definivano la sua silhouette a scollature vertiginose che nessuno come “la nostra Chiara nazionale” riesce ad indossare con cotanto stile ed eleganza. Che dire, con i social, l’alta moda diventa proprio di tutti. Di tutti noi amanti della moda, di tutti i giornalisti, delle fashion blogger, degli hater che non aspettano altro che offendere influencer, modelle, e tutto ciò che viene considerato superficialità. Perché se si parla di moda, di conseguenza si parla di superficialità, giusto? E invece no, la moda non si limita a quattro stracci cuciti addosso a dei manichini, ma la moda rappresenta uno dei settori più proficui dell’economia mondiale, un settore che negli ultimi anni ha sofferto molto, come la maggior parte nel campo dell’arte. A dimostrare il lavoro che c’è dietro un abito ci pensa Pierpaolo Piccioli, direttore creativo di Valentino, che, con la sua ultima collezione “Anatomy of Couture”, presentata durante l’Haute Couture Week, ha deciso di cambiare i canoni della moda, dichiarando apertamente che l’intento delle sue ultime opere d’arte è proprio quello di mettere qualsiasi tipo di donna a suo agio, in quanto non è il corpo che si adatta all’abito, ma è l’abito che deve essere disegnato direttamente sul corpo. Il mondo della moda, ancora una volta, ha sconfitto ogni stereotipo, dimostrando che quello che ruota attorno a “due stracci”, è tutt’altro che superficiale. Sempre, viva la moda!